Bado seconda a Navazzo di Gargnano
- Dettagli
- Categoria: Non categorizzato
- Visite: 159
Era più forte di lui.....Grande crossista, ottimo interprete dei diecimila con 27'39", l'inglese Steve Jones ha impresso firme importanti in quasi tutte le maratone mondiali. Oggi, 4 agosto 2023, per il pilota della Raf sono 68 anni. L'esordio fu travolgente: 2h08'04" e vittoria nella Maratona di Chicago del 1984. Record mondiale all'esordio! Quindi vittoria a Londra '85 con 2h08'16". Nell'aprile del 1985 a Rotterdam Carlos Lopes conquista il primo posto in 2h07'11". Il 20 ottobre dello stesso anno, annata prolifica per le gare di 42.195 chilometri, Steve si presenta alla partenza della "sua" Chicago. E non potrà che essere una partenza sparata: senza lepri il gallese passa in 14'47" ai cinquemila, e soprattutto in un avveniristico crono di 1h01'43" avveniristico per quei tempi: proiezione di 2h03'26"! A quel punto però, la fatica inizia a calare come la lama di un rasoio sui muscoli del pilota , che cede sempre di più Ancora al 35esimo chilometro c'è un vantaggio di 2o secondi nel confronto con Lopes, ma gli ultimi due chilometri sono un calvario. Beffardo il tempo finale di 2h07'13", due secondi in più rispetto al portoghese! Autore di partenze scriteriate, di crolli, peraltro culminati a voltein ottimi tempi, Jones non ha mani vinto nè Europei nè Mondiali nè Olimpiadi. Ma ci ha fatto appassionare e sognare.
La Filippide attende i suoi 300 coraggiosi
Saranno almeno 300 i partecipanti alla edizione numero 15 della Filippide, la maratona in programma domenica prossima sulle strade siciliane con partenza dalla vecchia stazione di Chiaramonte Gulfi (RG) alle 4:30 del mattino fino al passaggio dal castello di Donnafugata dove si aggiungeranno gli atleti della Filippide Castle che faranno lo stesso tracciato con una distanza più breve fino a Punta Secca, con il traguardo posto davanti la casa di Montalbano, arrivo previsto del primo filippide dalle ore 7:00.
Gli orari sono sicuramente qualcosa che colpisce ma che hanno una precisa ragione: stiamo parlando infatti della gara più originale del panorama non solo italiano. Si gareggia senza alcun orpello elettronico, senza riferimenti sui chilometri da percorrere, senza rifornimenti se non l’acqua. Esattamente come avveniva ai primordi dello sport, nell’Antica Grecia. Ma proprio per questi la Filippide è diventata famosa in tutto il mondo…
Tanti saranno gli atleti che si daranno battaglia per scrivere il loro nome sul prestigioso Albo d’oro, tra questi ci sarà Enzo Taranto, capitano della Asd No al Doping Ragusa (la società organizzatrice) che già ha tagliato il traguardo per primo nel 2017.
Ad attendere i vincitori i rappresentanti dei tre comuni interessati e un grazie va alla Uisp Iblei diretta da Tonino Siciliano che ha sempre creduto nelle manifestazioni sportive come volano per il movimento di tutta l’area iblea.
Da sottolineare anche la presenza della Walking Castello di Donnafugata, dove moltissimi atleti si cimenteranno in questa disciplina come sano stile di vita. Appuntamento quindi a domenica 6 agosto per assistere alla carica dei trecento sulla spiaggia del commissario più famoso d’Italia. Le iscrizioni sono ancora aperte al costo di 30 euro per la maratona e 18 per la gara breve.
Tutte le informazioni su:
www.maratonadiragusa.com
Guglielmo Causarano 3315785084
La Beach to Beacon è certamente una delle corse su strada più importanti della Costa atlantica. Sabato 5 agosto, com'è ormai tradizione, i runner più bravi degli Usa e assi del panorama internazionale convergono a Cape Elizabeth, nel Maine, dove la "gita al faro" si trasforma da tempo in un diecimila molto competitivo. Basti pensare che gli organizzatori, dietro lauti ingaggi, si sono assicurati le presenze dell'etiope Amedework Walelegn, capace di 58'53" in mezza maratona, un nome prestigioso. E la tradizione etiope continua con Muktar Edris, fresco reduce dal primo posto a Castelbuono, quindi con Yeman Haileselassie. Gli americani non scherzano con Ababbye Simbassa, che si è aggiudicato il primo posto del Campionato nazionale delle sette miglia, e con Conner Mantz, l'uomo nuovo della maratona stelle e strisce. In campo femminile al via la formidabile maratoneta Keira D'Amato, la campionessa mondiale dei 5000 Helen Obiri, e un'altra grande esponente del mezzofondo Usa come Sara Hall.
Barcellona, 9 agosto 1992. Prende il via da Matarò, località balneare della Catalogna, una delle maratone olimpiche più combattute che si possano ricordare. Si parte dal mare e si entra nelle avingudas della metropoli spagnola, fino a percorrere la durissima ascesa che porta al Montjuic, colle dove si trova lo Stadio Olimpico. La gara è lenta, finchè un fatto casuale scompiglia i piani. Una bagarre al tavolo di rifornimento poco oltre metà gara provoca le cadute di due favoriti. il campione olimpico in carica Gelindo Bordin e il campione mondiale Hiromi Taniguchi. Bordi, purtroppo, è costretto al ritiro. Al chilometro 24 va in fuga il trevigiano Salvatore Bettiol, quasi con la voglia di riscattare il ruolo di piazzato di lusso, ma è ripreso dal sudcoreano Hwang Young-Cho e dal giapponese Koichi Morishita. I due fanno della gara un confronto accesissimo, animato da allunghi e scatti. Solo nel finale Hwang riesce a presentarsi da solo nello stadio affollato di gente, e a vincere in 2h13'23", il punto più alto raggiunto in una carriera molto corta. Morishita, esausto, si accascia sulla pista ed è secondo in 2h13'45". Poi, un'altra volata: il sorprendente tedesco Stephen Fregang supera Takeyuki Nakayam, uno dei padri della maratona nipponica, e coglie il terzo posto in 2h14'00". Quinto è Bettiol in 2h14'15". Gara povera cronometricamente, ma appassionante fino all'ultimo.
Non è stato sufficiente l'entusiasmo... Abbinato ad una motivazione fortissima.
Gioele Buzzanca, unico alfiere Arcobaleno in gara tra gli "eletti" del Campionato Italiano Assoluto svoltosi a Molfetta nel weekend, non ha ripetuto la prestazione del recente primato personale (che gli fruttò il titolo di Campione Italiano Universitario un mese fa a Camerino). Allora 52.92, una performance che in terra di Puglia avrebbe significato addirittura il 4° posto!!! Purtroppo un risentimento muscolare frutto di un acciacco noto da tempo ha fortemente condizionato "Buzzy", anche vittima nelle occasioni importanti di qualche "up and down" ... Nel disco molfettano 44.95 la sua miglior misura, per un 11° posto che non lo premia e che lascia un pò di amaro in bocca anche al suo coach, l'ex azzurro Domenico Polato. Ma, conoscendo il nostro campione questo risultato costituirà la base per una forte reazione e lo attendiamo quindi già nelle gare dell'autunno pronto per nuove imprese.
Continuiamo a archiviare molti risultati di valore anche se a molti metri sul livello del mare. Domenica 30 luglio grande agonismo a Machakos, altopiano keniano a più di 1100 metri sul livello del mare. Nella road race di dieci chilometri ha fatto meraviglie Samuel Mailu, 2h05' di personale in maratona, che ha colto il primo posto in 28'02" davanti a Charles Mbatha, 28'112, e a Kelvin Kibiwott, 28'18". Nomi nuovi all'orizzonte....Fra le donne altra qualità: primo posto di Edna Kibiwott in 31'31": seconda Lydia Cheruyot (31'35").
Matteo Anselmi e Valentina Michielli sulla lunga, Simone Bertini e Elisa Pallini sulla 35 firmano l’albo doro della Valmalenco Ultra Distance Trail in una 6ª edizione da record. 3 gare, 630 atleti da 10 nazioni, 320 piccoli runner sul percorso mini e un pubblico sempre numeroso hanno decretato il successo della VUT, la bella ultra all’ombra del Bernina che unisce in un unico file rouge i comuni della Valle. NELLA PROVA PRINCIPE BUONA LA PRIMA PER ANSELMI & MICHIELLIEsordio vincente per l’elbano Matteo Anselmi. Per lui una vera e propria cavalcata trionfale sui tecnicissimi 90km (6000 m D+) dell’Alta Via della Valmalenco con partenza da Chiesa e arrivo a Caspoggio dopo avere toccato ben 15 rifugi, con 4 scollinamenti oltre quota 2.600m. Partito di gran carriera il portacolori della Dinamo Running Team ha subito imposto un forcing insostenibile ai diretti avversari. Durante la notte, nel Vallone dello Scerscen che porta alla risalita verso i 2800 m del Rifugio Marinelli, ha dovuto fare i conti con una forte crisi dovuta probabilmente a un mix di freddo e quota. Superato il momento più difficile della sua gara ha però nuovamente riaperto il gas sino a presentarsi in solitaria sulla linea del traguardo in 12h49’42”. Sul podio con lui anche il forte atleta di casa Luca Schenatti che ha riconfermato la 2ª piazza 2022 con una prova tutta grinta e coraggio (13h18’58”). Ottima terza piazza per Tommaso Radaelli (13’26’55”). Nella torcida del Centro della Montagna di Caspoggio menzione d’obbligo anche per Daniele Nava 4° e Alessio Vorti 5°.Gara combattuta al femminile. Dopo un dominio iniziale la bellunese Valentina Michielli è salita in cattedra conducendo con autorevolezza gli ultimi 70 km. Per lei un crono di 16h44’22” che le hanno permesso di tenere a debita distanza l’esperta svizzera Denise Zimmermann, 2ª in 16h56’37” e Marta Vigano’ (3ª in 17h15’23”). Sul medesimo percorso della prova principe si è corso anche la gara a staffetta con frazioni di 33, 40 e 17km. Qui, ad imporsi ci ha pensato il terzetto composto da Luca Fumasoni, Stefano Pizzini e Nicola Gusmerini. Al femminile applausi per il team di Melissa Del Vincenzo, Giulia Gherardi e Elisa Pedrolini. SULLA 35 SIGILLO SIMONE BERTINI E ELISA PALLINISimone Bertini corre e organizza sempre al top. Il patron della Valtellina Wine Trail ha indossato le scarpette da trail e vinto la 35km (2700m d+) che ha visto ai nastri di partenza oltre 300 concorrenti. Per lui tempo finale di 3h39’00” che gli ha permesso spuntarla su Marco Bonfante 3h50’18” e Maurizio Merlini (3h54’18”). Al femminile a calcare il gradino più alto del podio c’ha pensato la stakanovista skyrunner lecchese Elisa Pallini 4h11’26”. A podio anche Agnese Valz Gen (4h27’12”) e Lucia Moraschinelli (4h29’55”).
Una vita travagliata, quella del sudafricano Josiah Thugwane, che circa 27 anni fa, a Atlanta, si laurea campione olimpico di maratona. Josiah, che veniva da una famiglia povera, lavorava come custode di uno stabilimento minerario e, secondo una leggenda metropolitana, si allenava sui terreni della discarica. Viene notato da un allenatore che ne intuisce le qualità e inizia a seguire un programma, ma oscilla fra 2h17' e 2h29' anche per questioni esistenziali. La svolta nel febbraio 1996, quando vince la selezione olimpica a Città del Capo in 2h11'46". A Atlanta, il 4 agosto 1996, tutti temono il caldo. In realtà non è una giornata torrida, ci sono 23 gradi, ma il tasso di umidità è terribile. Faoriti sono il messicano Dionisio Ceron, l'australiano Steve Moneghetti, lo spagnolo Martin Fiz, il portoghese Antonio Pinto, ma è Josiah, verso il trentesimo chilometro, in un gruppone folto, a scandire il ritmo. Al 35esimo chilometro il piccolo sudafricano insiste e vince in 2h12'36" con soli tre secondi di vantaggio nei confronti del sudcoreano Lee Bong Ju. Si tratta della prima medaglia olimpica per il Sudafrica nell'atletica! Ricco di fama, Thugwane torna al suo paese come una celebrità, ma si vede spesso puntare la pistola per estorsione da gangster locali, a tal punto che deve dotarsi di scorta...INcredibile ma vero!