- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 521
Se gli avessero detto, qualche anno fa, che la sua amata La Spezia avrebbe visto assegnati gli italiani assoluti, Federico Leporati avrebbe parlato di utopie. Ma Leporati, tecnico dello Stefano Mei campione europeo 1986 (tanto per citare il successo che lo ha reso famoso), e direttore tecnico dell’Atletica Spezia, non è persona che si arrenda facilmente. Ha lottato con tutte le sue forze perché lo storico campo di atletica “Montagna” rinascesse, e adesso è un gioiellino in riva al Golfo dei poeti; poi, circa un anno fa, ecco la ciliegina sulla torta, l’assegnazione alla società dei campionati su pista previsti per i prossimi 25 e 26 luglio. “Il Consiglio federale dello scorso 26 marzo, oltre a sancire l’annullamento di tutta l’attività fino al 31 maggio per problemi di corona virus, ha stabilito una road map di avvicinamento a date importanti come, ovviamente ,gli assoluti. Sei preoccupato?” “Voglio essere positivo e devo essere realista.L’assegnazione degli italiani per noi è motivo di grande orgoglio. Mi hanno colpito le parole di Alfio Giomi (“Premiamo l’attività e l’impegno dimostrati in tanti anni da Leporati e dall’atletica spezzina”-ndr), che ci stimolano a fare le cose al meglio. Devo dire , e non è assolutamente scontato, che abbiamo trovato l’amministrazione comunale al nostro fianco. C’è un bel dialogo, ci sentiamo ascoltati”. “A volte gli impianti polisportivi rischiano un ridimensionamento, se non un degrado , dello spazio concernente l’atletica”. “Sotto questo punto di vista mi sento al sicuro. Il Comune è molto sensibile alle nostre esigenze. Per questo posso dire che, pur rischiando qualche sponsor in una situazione di incertezza e di crisi, siamo pronti a organizzare nel migliore dei modi. I campionati avranno un significato particolare”. “Spiegaci”. “La rinascita. Lo sport, l’atletica, la vita dopo il buio e le preoccupazioni del momento terribile che stiamo vivendo.La rinascita dell’atletica italiana in una città come La Spezia che ha creato campioni, dove c’è un movimento ben integrato nel territorio. Devo ringraziare anche Stefano Mei per l’impegno profuso in questi anni. Non abita più in Liguria, ma è sempre vicino a noi”. “E la situazione è ancora difficile”. “Mi preoccupa di più il fatto che, come espressamente dichiarato in Consiglio federale, gli assoluti verranno disputati ove vengano confermati gli Europei di Parigi. Mi sembra di vedere un certo disallineamento fra nazioni europee nell’affrontare la pandemia, e non una linea comune. Questo potrebbe avere ricadute negative”. “Mettendoci nell’ipotesi pessimistica, si può parlare di un piano B?”. “Fatico a pensare a un’ipotesi del genere, ma purtroppo viviamo in un momento di grande incertezza. Vedo segnali non troppo belli in generale nei confronti dell’atletica. Spero che, anche in caso di rinvio al 2021, la nostra sede venga confermata.Però noi siamo pronti a attivare le migliori risorse e a fare sì che quella degli assoluti 2020 sia una grande festa”.
"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 422
Nel 1998 per i tipi di Sperling & Kupfer è uscito "Il nuovo Correre è bello", di Enrico Arcelli. Arcelli chi ha lasciato troppo presto, ma in tempo per una versione aggiornata del manuale che, già nel 1978, fece scuola. Come iniziare a correre, come continuare a correre, la corsa per le donne, la corsa in età avanzata. Capitoli sui test da utilizzare per l'allenamento, esempi di tabelle. Arcelli ha avuto il merito di divulgare tutto quel sapere, quella scienza, che ha fatto dell'Italia nazione leader nella Maratona dai primi anni Ottanta fino all'inizio del nuovo millennio.Fondamentale
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 439
Ronald "Ron" Clarke (1937-2015) è stato un pioniere del mezzofondo mondiale. Capace di sobbarcarsi moli di lavoro straordinarie, riuscì a stabilire nel 1965 il record mondiale dei 10000 m con 27'39"89, primo a scendere sotto i 28'00" nei fatidici 25 giri. Corse i 5000 m in 13'16"6. E' sembrato interpretare sempre lo spirito indomabile, tenace, avventuroso, del popolo australiano . Fu d'esempio per Derek Clayton, Robert De Castella, Steve Moneghetti. Fu uno dei prijmi a adottare lo schema trigiornaliero. Tre sedute al giorno. Ecco uno schema delle tre sedute quotidiane- Al mattino: dalle 6.30 alle 7.15: tre miglia (poco meno di 5 km) di corsa a buon ritmo. Quindi, a casa, allenamenti con bilanciere (distensioni e strappi).Al pomeriggio: dalle 13.00 alle 13.45 11 km di corsa lenta. Di sera: dalle 17.15 16-22 km di corsa a buon ritmo (tipo corto-veloce). Questo dal unedì al venerdì. Il martedì e giovedì Clarke inseriva esercizi in palestra.
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 458
"Marathon" di Andrea Frediani (Newton Compton, 2012) è una fiction, un racconto doe storia, corsa e fantasia si mescolano molto bene. 480 a.C. : la flotta greca attende con ansia di conoscere l'esito della battaglia delle Termopili. Su una delle navi, Eschilo, in servizio come soldato, ruceve la visita di una donna misteriosa che gli racconta la sua versione della battaglia di Maratona.Marathon è quasi in thriller, e contemporaneamente una corsa in cui i tre protagonisti mettono in gioco la vita per amore di una donna.Lo stesso autore, nella prefazione, si domanda chi, in realtà, annunciò la vittoria di Atene dopo avere corso 40 chilometri. Le fonti antiche non sono d'accordo su chi fosse....
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 422
Se non è la Maratona più antica al mondo, poco ci manca....La prima edizione della Maratona di Boston risale al 1896. Il percorso, collinare, si sviluppa dalla campagna e dalle pinete di Hopkington fino al centro cittadino. Tantissime le storie collegate. Il maratoneta con più vittorie è stato Clarence De Mar (sette), seguito dall'idolo locale Bill Rodgers (quattro). Ricordiamo le tre affermazioni a testa per i keniani Ibrahim Hussein e Cosmas Ndeti. Gelindo Bordin è l'unico italiano a averla vinta con la migliore prestazione nazionale (2h08'19" nel 1990). Record ottenuto dallo stesso Gelindo nel 1988( quarto con 2h09'27"). La gara fu dominata da americani e europei fino al 1983. Poi arrivarono keniani e etiopi a sbancare il banco. Mebrahtonm Keflezighi rivinse per gli Usa la gara nel 2014. Il record appartiene a Geoffrey Kirui (Kenya, 2h03'02" nel 2011).
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 393
Il padre di tutti i manuali sulla corsa. Nel 1977 usciva "The complete book of running" ("Il libro completo della corsa"), di James Fixx. Proprio in occasione della prima ondata del running negli Stati Uniti. Lo schema era quello dei successivi tomi sull'argomento: come, dove, quando allenarsi. La maratona. Consigli dietetici. La corsa da master. Si iniziava a parlare di stretching. Particolarità erano la mappa (miglio dopo miglio) della Maratona di Boston e un'intervista a Bill Rodgers, l'imbattibile maratoneta nato proprio a Boston.
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 393
La maratona di Londra ha significato sempre qualcosa per Stefano Baldini.Nel 1997 il maratoneta emiliano fu il primo italiano a scendere sotto 2h08'00" cedendo solo per un'inezia alla volata del portoghese Antonio Pinto. Il 13 aprile 2003 ecco di nuovo l'azzurro mettersi in gioco al via con un cast stellare , comprendente astri dello scenario su strada come il keniano Paul Tergat e il campione olimpico Gezahegne Abera dell'Etiopia, sorprendentemente primo a Sydney nel 2000, uno dei pochi a fare l'accoppiata mondiale/olimpiade in un breve lasso di tempo.Ed è proprio un trio formato dai campioni di sopra e dalla sorpresa John Ngolepus a presentarsi in testa a un chilometro dall'arrivo. Una maratona che si decide proprio al fotofinish! Una maniera crudele, quasi beffarda. Baldini ha grandi qualità da pistaiolo, ma Gezahegne riesce a precederlo proprio di neanche un secondo: 2h07'56", stesso tempo di Stefano. Terzo il keniano Joseph Ngolepus (2h07'57"), e quarto Paul Tergat (2h07'59"). Sesto il marocchino Abdelkader El Mouaziz (2h08'03"). Tre anni dopo Stefano relizzerà il record italiano con 2h07'29".
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 436
Il filosofo ginevrino Jean Jacques Rousseau (1712-1778) amava camminare e passeggiare. Nel libro "Le fantasticherie del passeggiatore solitario" il grande pensatore svizzero sviluppa un pensiero classico, tipico dei filosofi greci. L'atto fisico (il camminare) ossigena il cervello e sviluppa i pensieri. Che sono riflessioni su di sè e sullo stato, ricordi amari, rielaborazioni profonde e meditazioni sulla natura. La full immersion nei parchi e nel verde vicino a Parigi gli fanno sviluppare un interesse verso la Botanica. Anche nelle riflessioni più profonde traspare una passione e anche una sofferenza tipiche del suo modo di fare filosofia. Ma lui non avrebbe potuto che vivere così, intensamente.Buona lettura (a cura di Jean Starobinski, Bur, 1998)
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 416
Hiroshima è una città giapponese che non suscita bei ricordi...una memoria sportiva, però, le assumere un significato diverso. Si disputa quel giorno la Coppa del Mondo di maratona, con al via tutti i top runner del momento. Takayuki Nakayama vorrebbe regalare al paese una vittoria prestigiosa, ma sulla sua strada trova Ahmed Salah di Gibuti, ex Somalia francese.I due passano appaiati a metà in 1h04'02", poi , da consumato primattore, Ahmed prende la testa nel finale e vince in 2h08'09". Secondo Nakayama (2h08'15"), terzo un altro gibutiano , Djama Robleh, 2h08'26". Seguono Michael Heilmann (Germania Est), 2h09'03", e Abebe Mekonnen (Etiopia) 2h09'05". Sesto è Orlando Pizzolato, che fa una sapiente rimonta nel finale e, con 2h10'23", realizza il nuovo record italiano. Finalmente un italiano sotto 2h11'00"!Massimo Magnani, è nono in 2h11'02".
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 376
Otto aprile 2012. Si festeggia la Pasqua in Italia, ma in Corea del Sud si corre. E a Daegu c'è un mezzofondista marocchino, tesserato per il Cus Genova, in prima fila. E' Ennai El Idrissi Abdelaziz, classe 1986, che ha conosciuto il momento magico nel novembre precedente, con l'affermazione in 2h08'13" a Torino. Un grande talento, ma come tutti i talenti anche difficile da inquadrare in schemi e regole troppo rigide. Quel giorno Aziz segue la scia dei keniani di turno, forse perde qualcosa nel finale ma comunque è capace di chiudere al quarto posto in 2h08'49" che sarà il quarto tempo in carriera.A vincere ci pensa David Kiyang in 2h07'57". Da tempo non se ne sente parlare a livello sportivo, ma indubbiamente Aziz è rimasto nel cuore e nella mente di molti....
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 414
Sono tantissime le storie e gli episodi legati all'ultracentenaria Maratona di Boston (nata nel 1896). Ricca di dramma l'edizione del 1982. 19 aprile. Fa molto caldo sul classico circuito che, dalle colline e pinete in riva all'Atlantico, porta nel centro della metropoli. e Alberto Salazar ha fretta di iscrivere il nome nell'albo d'oro. Vuole completare l'accoppiata Boston-New York, riuscita solo a Bill Rodgers . Così preme sull'acceleratore fin da primi chilometri. All'inizio della Collina spezzacuore lo seguono solo il grande Rodgers, il messicano Josè Gomez e Dick Beardsley, che l'anno prima aveva vinto a Londra. E' proprio Dick la sorpresa della giornata. I due sembrano incollati l'uno all'altro. Dick allunga? Alberto lo segue. E viceversa . Si avvicina il traguardo fra i grattacieli della City. Salazar parte deciso. Vince in 2h08'52" precedendo di soli due secondi Beardsley. varcato il traguardo, Alberto stramazza al suolo. Viene sorretto da molti (compreso Beardsley) e portato in una vicina tenda da campo. Una leggenda metropolitana vuole che lotti fra la vita e la morte per una terribile crisi di disidratazione. Ce la farà. La vicenda ispirò un libro "Duello al sole".
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 480
La smania di correre. E' quella di Cesare, che inizia a correre per evadere da una triste condizione familiare. Il libro "Crampi" di Marco Lodoli (Einaudi, 1992) è un racconto ricco di spunti felici, dove l'autore illustra (una volta tanto) il mondo di un campo di atletica (l'Acquacetosa di Roma) dove si allena il protagonista. "All'Acquacetosa Cesare non si è mai allenato sulla pista di tartan: lì, partenze, curve, accelerazioni le provano quelli che sono i veri atleti, con il nome della società sulla canottiera e gambe da fenicottero"..."Sui bordi della pista , dentro il prato, uomini con il cronometro appeso al collo come un crocefisso incitano e consolano i loro pupilli". Quando mai un libero aveva illustrato, con efficacia, tale situazione?
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 435
Nella foto Elio Boero (Rip) , mezzofondista qui diciannovenne, poi giornalista e anche cabarettista, conclude la Staffetta della Liberazione nello stadio Luigi Ferraris di Genova, solitamente deputato alle partite di calcio di Genoa e Samp.
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 509
Compie oggi 49 anni (10 aprile 2020) Giacomo Leone. L'atleta pugliese (originario di Francavilla brindisina) può vantarsi di essere stato l'ultimo europeo a avere vinto la prestigiosa New York Marathon. Succede il 3 novembre 1996, quando il mezzofondista delle Fiamme Oro, dieci anni dopo il primo posto di Gianni Poli, supera in Central Park il favorito etiope Tummo Turbo e vince in 2h09'54". Il successo lo rivela al grande pubblico. Giacomo oltre che "re" di New York sarà "re" del Sol Levante a Oita (Giappone), quando realizza il record italiano con 2h07'52", secondo italiano a scendere sotto 2h08'00". Il tutto al termine di una lotta appassionante con lo spagnolo Toni Pena, che vincerà. Altra gemma in carriera il quinto posto all'Olimpiade di Sydney 2000, e il secondo posto , il primo gennaio 2000, alla Maratona del Millennio di Roma: 2h08'40". Auguri, Giacomo.
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 729
E' considerato il più grande maratoneta di tutti i tempi: vinse la maratona olimpica per due edizioni consecutive e stabilì anche la migliore prestazione mondiale. Ma chi era Bikila? Era un membro della guardia imperiale etiopica, e fu scoperto dal finlandese Oni Niskanen.Ecco alcuni stralci dal suo programma di allenamento prima della maratona di Roma del settembre 1960, quella che lo vide vincere a piedi scalzi e lo rese famoso.
27 giugno 1960: mattino- un'ora di allenamento su terreno vario con tratti a sprint di 300 m in salita; pomeriggio: 4x1500 metri attorno ai 4'10" con 5' recupero
30 giugno 1960: 32 km su strada in 1h46'30" (media 3'20" al km)
1 luglio 1960: mattino- 5x1500 m in pista attorno a 4'10". pomeriggio- 45' variazioni su strada
26 luglio 1960: maratona in allenamento in 2h21'23".
Particolare non indifferente: gli allenamenti su strada venivano fatti su un percorso che, da 1.800 m sul livello del mare, saliva a 2.400
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 468
Talentuoso, insofferente di tatticismi, potente nella falcata. Instancabile. Steve Prefontaine ha incarnato una sorta di Romanticismo atletico, della corsa libera e nel verde del suo Oregon (non a caso gli dedicarono un percorso, il Pre's Trail). Steve Prefontaine, poco più che ventenne, stabilì il nuovo record Usa dei 5000 m in 13'22"8, allora terza prestazione mondiale. Ma chissà cosa inseguiva Steve, o quale fosse la smania che lo possedeva, e che gli fece anticipare la volata in quella beffarda finale di Monaco'72, sempre sui dodici giri e mezzo...Quarto per un'inezia! Il libro di Marco Tarozzi "La leggenda del re corridore" (Bradipo, 2006) è un'interessante biografia sul James Dean del mezzofondo mondiale, morto in incidente stradale il 30 maggio 1975.
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 402
Il keniano Cosmas Ndeti era specializzato soprattutto nella Maratona di Boston. Visse i magic moment in tre anni di fuoco: 1993-1994-1995. Prese l'ideale testimone di plurivincitore della classica del Massachusetts da Ibrahim Hussein, altro grande mezzofondista della Valle del Rift.Straordinaria la vittoria del 1994, con il nuovo record della corsa :2h07'15". La partenza fu lenta, con un gruppone di 12 concorrenti a scandire il ritmo. Fra di loro ospiti illustri come il campione olimpico Hwang, Moses Tanui, il messicano Andres Espinoza e l'americano Bob Kempainen. A metà gara si passa in 1h05'00", poi iniziano i fuochi d'artificio. Sulla "Collina spezzacuore" si muovono Ndeti, Espinoza, il namibiano Luketz Swartbooi , il grande Artuto Barrios e Jackson Kipngok. Quando inizia la discesa, prende il volo Cosmas. Arretra anche Hwang. Il finale, in una giornata solare, è drammatico: "Espinoza is catching Ndet", dice il commentatore americano. Ma, forse, perchè la gara è incerta fino alla fine, ne scaturiscono grandi prestazioni. Vince Ndeti in 2h07'15", nuovo record della corsa, allora quinta prestazione mondiale all time. Secondo è il messicano Espinoza, 2h07'19", terzo Jackson Kipngok (2h08'08"), solo quarto il campione olimpico di Barcellona'92 Hwang (2h08'09"), quinto Arturo Barrios, 2h08'28". Che grande gara!
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 489
Giuseppe Cindolo è stato un precursore della maratona in Italia.Verso la fine degli anni settanta riuscì a dare un forte impulso alla specialità. Il tutto dopo mola attività in pista (ricordiamo il terzo posto agli Europei di Roma sui 10000 m).Il 25 aprile 1976 a Reggio Emilia si disputò il campionato italiano. "Pippo" (com'era chiamato), nonostante avesse sofferto per problemi al tendine, partì forte. A metà gara aveva due minuti di vantaggio su Franco Fava, siepista di grande valore all'esordio sulla distanza.I passaggi quasi da record nazionale (che qualche mese prima Cindolo aveva portato a 2h11'45" nella classica giapponese di Fukuoka) fecero cedere Cindolo, che però riuscì a resistere al recupero di Fava, a sua volta fermo per tachicardia verso il 35° chilometro, e all'emergente Massimo Magnani. Alla fine vinse Cindolo in 2h11'50" davanti a Franco Fava, che all'esordio firmò un eccellente 2h12'54", e a Massimo Magnani, 2h13'05". La new wave della maratona azzurra....
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 464
"La gara atletica pura è una lirica più o meno breve: i cento metri un endecasillabo, i duecento un emistichio, i quattrocento un quartino. Già la maratona è spettacolo perchè è come un lungo monologo, disperato, drammatico...". Basterebbero queste righe a rendere interessante la lettura di "Quando giocava Pasolini. Calci , corse e parole di un poeta" (Valerio Piccioni, Limina, 1996). Piccioni, giornalista della "Rosea" ha raccolto testimonianze, brevi saggi del Paolini scrittore di cose di sport e anche giornalista sportivo dell'Olimpiade di Roma 1960. Nella sua intensissima attività di scrittore, poeta, regista, ricordiamo, ingaggiò il triplista Giuseppe Gentile, bronzo a Mexico City '68, per la parte dell'eroe Giasone in "Medea".
- Dettagli
-
Categoria: Non categorizzato
-
Visite: 425
Robert De Castella, runner australiano di origini ticinesi, vinse molto a metà degli anni ottanta. Il suo nome è legato al record della Maratona di Boston. 21 aprile 1986. Si può dire che Robert, quel giorno, fu in giornata di grazia.Complice la discesa iniziale, passò ai primi cinque chilometri in 14'55". E fin qui, niente di straordinario (si fa per dire). Ma "Deck" inanellò una sequenza regolarissima, che lo rese quasi un metronomo della corsa.Sul piede di "quasi" 3'00" al chilometro passò in 1h00'23" al ventesimo chilometro, quindi 1h03'38" a metà. Da dietro, gli altri (compreso Orlando Pizzolato) non ebbero mai l'ardire di ridurre il gap. Neanche la tanto temuta salita del trentesimo chilometro (la "Heartbreak Hill) fiaccò il ritmo del campione mondiale 1983, che trionfò in 2h07'51" nel centro di Boston. Record della gara!